martedì 1 ottobre 2013

MONDIALI DI CICLISMO: SERRAVALLE FA BELLA MOSTRA DI SE'



Compito di un consigliere di minoranza è verificare l’operato di chi amministra, criticando anche aspramente quando le scelte sono sbagliate e a danno dei cittadini, ma anche quello di sottolineare ciò che invece funziona bene.
In questo senso, non posso che apprezzare quanto realizzato dal comune di Serravalle Pistoiese in occasione del passaggio dei mondiali di ciclismo, soprattutto per quanto riguarda il transito da Casalguidi di domenica scorsa della gara dei professionisti.
L’emozione che, nonostante il maltempo, è stata chiaramente percepita da tutti i presenti nel ricordo di Franco Ballerini è senza dubbio merito dell’associazione che ancora tiene viva la memoria del campione e dell’uomo.

A fianco dell’associazione però non ha fatto mancare la propria presenza tutta l’amministrazione comunale, con una inconsueta unità di intenti tra maggioranza e opposizione, che ha lavorato per rendere davvero unico l’evento mondiale nella storia del paese.
La cura che è stata messa nel rendere accogliente il paese non ha riguardato solo il tracciato interessato dal passaggio dei ciclisti ma un po’ tutto il centro abitato che sta vivendo una rinnovata cura degli spazi urbani pubblici.
Da cittadino non posso che essere felice di questo e, con ancor più forza, continuerò a spronare il Sindaco e la giunta a proseguire nell’impegno anche al di fuori di periodi belli e straordinari come sono stati i mondiali di ciclismo.

martedì 10 settembre 2013

UNIONI CIVILI SI, FAMIGLIE DI FATTO NO

Il Consiglio comunale di Serravalle Pistoiese ha definitivamente approvato il regolamento del registro delle coppie di fatto.

Su proposta del Consigliere di Rifondazione Comunista Roberto Daghini, la maggioranza ha provveduto ad istituire un registro totalmente inefficace da un punto di vista legale al solo scopo di portare avanti una battaglia ideologica.

Pur esprimendo tutta la nostra contrarietà ad un simile provvedimento siamo riusciti comunque ad apportare qualche modifica sostituendo il termine "famiglia di fatto" con il termine "unione civile". La ragione risiede nel fatto che la Costituzione italiana, all'articolo 29 recita: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".

La famiglia nasce dunque dal matrimonio, civile o religioso che sia, e definire famiglia qualunque altro patto sociale tra due persone va contro la Costituzione.

Certo pur avendo modificato il testo rimane la nostra totale contrarietà ad un provvedimento, definito dallo stesso Daghini con il termine di "aria fritta", che non serve a nulla in termini pratici ma che tende solo a scimmiottare il matrimonio (anche per registrarsi come unione civile servono due testimoni, ma cosa dovrebbero testimoniare?) volendo imporre un modello di società distante dalla realtà delle cose, realtà che vede tante famiglie sposate e con figli vivere momenti di grave difficoltà economica.

Ma per motivi ideologici la maggioranza preferisce parlare di "aria fritta" e apostrofare la minoranza come "retrograda e bacchettona", secondo le parole dello stesso Daghini.
Insomma una maggioranza sempre più spostata a sinistra e sempre più distante dal mondo reale.


Federico Gorbi
Capogruppo Serravalle Futura


venerdì 30 agosto 2013

LE AZIENDE AFFOGANO



Agli organi di informazione

Al Comune di Serravalle Pistoiese

e p.c.

Al Comune di Pistoia
Al Comune di Quarrata
Alla Provincia di Pistoia
Alla Prefettura di Pistoia





Troppo spesso l’amministrazione dimentica le vere necessità e investe i propri soldi in futilità.

Un noto imprenditore locale del comune di Serravalle, sito in località Casalguidi, conosciuto in tutto il mondo e presente in tredici musei d’arte contemporanea, un piccolo pezzo, del patrimonio del design Italiano dell’arredo, che appartiene al nostro territorio, ci ha contatto perché da anni chiede l’intervento della amministrazione comunale, per un problema di scorrimento delle acque all’esterno dello stabilimento, causando il rigonfiamento nelle fognature interne allo stabilimento, facendo saltare le coperture di pozzetti di ispezione, riversando enormi quantitativi di acque allagando tutta la superficie dello stabilimento che tra l’altro contiene prodotti finiti in partenza per la spedizione e materie prime per lavorazione.

Per ripristinare i prodotti danneggiati e le materie prime, occorrono lunghe giornate di lavoro creando così grossi danni economici alla società.

L’Azienda è la Giovannetti collezioni d’arredamento che il 23 agosto scorso, in occasione del primo temporale di fine estate ha voluto mostrarci quanto gli accade ogni volta che le piogge si fanno più intense,  ed abbiamo potuto constatare che in poche ore di pioggia l’intero magazzino si è riempito d’acqua.

La causa di questo disastro è assai banale, e dipende da una fossa in cui confluiscono le acque piovane dello stabilimento e dei campi circostanti, che, a causa della chiusura di alcuni sfoghi d’acqua da parte dei vivaisti confinanti e complice un dislivello nello scarico che blocca lo scorrimento dell’acqua e la fa “tornare indietro”, mai sistemato da parte dell’amministrazione, la suddetta azienda Giovannetti Arredamenti, ciclicamente è sconvolta da questi allagamenti che si riversano nei magazzini dei prodotti finiti e delle materie prime.

Potete immaginare i danni, ma il nostro concittadino non ha mai esposto richiesta di danni al comune, ma ha solo fatto presente che tali opere di manutenzione andavano eseguite .

Ebbene, nonostante le promesse dell’ex assessore Rafanelli e dell’ex. Sindaco Mochi, che peraltro hanno ricevuto lettere, solleciti e documentazione fotografica in abbondanza dall’azienda, per dieci anni non è stato fatto niente; anche lo stesso Sindaco Mungai aveva preso in carico la cosa ma senza alcun risultato, neppure l’invio di un tecnico del Comune a fare un sopralluogo.

Ora, è alle porte la prossima stagione delle piogge, e questo rende il problema non più rinviabile.

L’azienda ci fornisce anche alcune foto in merito a comprovare gli effettivi danni che subiscono ogni volta che allaga il magazzino a causa di questi problemi.

“Serravalle Futura” si è presa l’impegno di portare avanti questo problema affinché si possa salvaguardare le aziende che ancora resistono e che danno del lavoro nel nostro comune, visto che abbiamo la maglietta nera delle aziende che chiudono.

L’impegno di “Serravalle Futura” sarà sempre vigile a tutelare le attività produttive del nostro territorio. Per metterle in condizioni di essere più competitive per la conquista dei mercati internazionali.

Gruppo Consiliare Serravalle Futura  -  Federico Gorbi    Gianni Manigrasso     Ermanno Bolognini

venerdì 24 maggio 2013

MONTINI E IL LINGUAGGIO VETERO-SINISTRORSO

Scrive Massimilino Montini, capogruppo del Pd di Serravalle Pistoiese:

Massimiliano Montini
"Mi ero ripromesso di non intervenire sull’argomento Unioni Civili, ma dopo aver letto quanto scritto dalla minoranza ritengo opportuno rispondere. Anzitutto osservo come un argomento, definito inutile, scaldi così tanto gli animi dell’opposizione. Forse non è poi così inutile.
Faccio notare che nessuno di noi ha mai messo in dubbio l’istituto del matrimonio. Il nostro intento è quello di sollevare la questione per cercare di dare una risposta ad una situazione che già esiste nella realtà italiana, e non solo. Non vedo proprio come l’allargamento della base dei diritti possa essere un male in questa società. La minoranza parla di norma, di normale e di eccezionale: trovo alquanto singolare come tali parole possano essere usate con superficialità parlando di persone. Sembra quasi che chi decida di convivere al difuori del matrimonio non sia normale.
Mi chiedo quante persone “non normali” siano residenti nel nostro Comune. E mi chiedo quante persone “eccezionali” vivano in questo mondo, dato che l’Italia è uno dei pochi paesi occidentali a non avere alcuna fonte normativa che regoli le unioni civili.
Evidentemente, secondo la minoranza, viviamo circondati da eccezioni.
Noi non vediamo alcuna eccezione ma semplicemente persone che decidono di vivere assieme adottando forme diverse dal matrimonio.
Non riteniamo giusto che le persone vengano discriminate a causa di una loro scelta personale che contrasta con certi dogmi di comportamento.
Il gruppo di maggioranza Centrosinistra per Serravalle è unito e non c’è stata alcuna spaccatura.
Al nostro interno c’è chi ha sentito l’esigenza di non votare assieme al resto del gruppo su una questione che investe la sensibilità personale. Ritengo che ciò sia legittimo e non vedo alcun problema.
La nostra forza, la nostra vera forza, è il dibattito e il confronto continuo e ancor più è il palesare apertamente le differenze di pensiero, senza per questo avere il timore di essere considerati diversi.
Molto peggio, invece, è uscire dall’aula del Consiglio facendo finta di niente quando si mette in votazione un argomento su cui non si è d’accordo con gli altri membri del gruppo di minoranza. Esporsi in prima persona è sempre un rischio ma noi lo accettiamo volentieri".

Montini, secondo la buona scuola vetero-sinistrorsa, travisa il discorso, fingendo di non capire e piegando i concetti "pro domo sua".
Nessuno ha parlato di normalità contrapposta alla a-normalità. Piuttosto abbiamo parlato di persone che si sottopongono a norme, e per questo normate e normali, e di altre persone che invece rifiutano legittimamente il contratto matrimoniale, rifiutando le norme, i diritti e i doveri che lo regolano.
Andando ad istituire il registro delle coppie di fatto si va ad applicare una norma a persone che invece vogliono rifiutare qualunque tipo di vincolo, ledendo quindi la loro libera scelta.
Si contraddice quindi proprio quel principio di libertà che Montini vorrebbe difendere.
La verità è che la maggioranza di Serravalle Pistoiese, per rincorrere gli alleati di Rifondazione Comunista e di Sel, si sta spostando sempre più a sinistra su inutili battaglie ideologiche che servono a nascondere la mancanza di idee programmatiche concrete e a far distrarre i cittadini dagli aumenti di Imu e Irpef che ci hanno regalato.
Certo dispiace vedere che il Pd di Serravalle si arrocca ad un passato politico ormai superato da molti altri componenti dello stesso partito a tutti i livelli.

Federico Gorbi

mercoledì 22 maggio 2013

MAGGIORANZA SPACCATA SUL REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO

La maggioranza di sinistra del Comune di Serravalle Pistoiese si è spaccata sulle coppie di fatto. La mozione di Roberto Daghini (Rifondazione Comunista) che invitava il Comune ad istituire un registro anagrafico per tutte le situazioni di convivenza, sia etero che omosessuali, è stata approvata a maggioranza ma con il voto contrario dei consiglieri comunali di Serravalle Futura, del Pdl e di Gianni Catalano (Pd).

Il registro non serve a nulla, poichè non ha alcun valore giuridico, come ammesso dallo stesso Daghini, ma è servito a sventolare una bandiera ideologica che non interessa minimamente ai cittadini di Serravalle.

Ritengo anche che il registro verrà rifiutato proprio da coloro che potenzialmente potrebbero esserne  coinvolti: nel diritto la norma codifica una regola di comportamento, in filosofia norma equivale a regola, in statistica la norma è il dato più frequente.
Insomma chi è normale semplicemente non è un'eccezione, ma per questo non per forza deve avere un significato negativo. 

Viceversa, chi è eccezionale può esserlo sia in termini estremamente positivi ma anche in modo estremamente negativo ma, in generale, le eccezioni non si regolano e, soprattutto, chi rientra nelle eccezioni (vedi gli artisti) di solito non vuole essere sottoposto a regolamento o a disciplina. 

Noi invece lo abbiamo fatto istituendo il registro delle coppie di fatto. 
Insomma abbiamo voluto sottoporre a norma proprio chi non vuole sottostare ad alcuna regola.

Federico Gorbi

lunedì 20 maggio 2013

INUTILE, COSTOSO E DANNOSO: IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI

La proposta del Consigliere di Rifondazione Comunista, Roberto Daghini, di istituire il registro delle unioni civili nel Comune di Serravalle Pistoiese appare come un diversivo strategico, volto a sviare l’attenzione dei cittadini dai problemi strutturali che incombono su una maggioranza che, nel primo anno di mandato, ha saputo solamente aumentare l’Imu e l’Irpef senza dare nulla in più in termini di servizi o di investimenti. Daghini cerca di nascondere la verità di una maggioranza incartata su se stessa che non brilla per creatività e non ha alcuna prospettiva politica di respiro.

Inoltre la proposta di Daghini ha solo il sapore dell’ideologia, cosa della quale il Paese ha meno bisogno, specie in questo momento di crisi, e serve a spostare il dibattito dalle vere necessità a quelle ridicolaggini delle quali nessuno sente davvero il bisogno.

Infine, nonostante le ristrettezze economiche, i cittadini di Serravalle si troveranno costretti anche a spendere un po' di soldi per accontentare i desideri di Daghini, poichè l'istituzione di un registro deve essere preceduta da un apposito regolamento da scrivere ed esaminare in alcune sedute di commissione (che costano) e da approvare in una seduta di Consiglio (che costa) e dovrà essere infine attuata da appositi uffici comunali (che costano). Tutto questo senza alcun beneficio per i cittadini del nostro Comune.

In ogni caso, l’idea di istituire il registro delle unioni civili troverà la nostra decisa opposizione perché è:

1) Inutile: il registro per le coppie di fatto non ha alcuna efficacia giuridica, perché la potestà di disciplinare situazioni di diritto familiare non rientra nell'autonomia regolamentare degli Enti Locali. 

2) Non necessario: non vi è alcuna esigenza e urgenza sociale, nel nostro Comune. Le esigenze e i bisogni dei nostri cittadini sono altri e ben più importanti di un registro, che non darebbe sollievo ad alcuno, perché inutile. E’ solo il caso di rilevare, a tal proposito, che nei Comuni in cui il registro è stato istituito le adesioni sono state nulle, o molto scarse.

3) Superfluo: le coppie di fatto, nel nostro ordinamento giuridico godono già della maggior parte dei diritti riconosciuti alle coppie coniugate e non hanno bisogno di un registro che non regala loro alcun ulteriore diritto, in quanto irrilevante giuridicamente.

4) Dannoso: l’istituzione di tali registri potrebbe risolversi, illegittimamente, in una sottrazione ingiusta di diritti e di risorse alle famiglie fondate sul matrimonio, che offrono una base certa e sicura di stabilità e coesione sociale, a beneficio, invece, di quelle unioni, che non intendono assumersi alcun impegno e dovere davanti alla società e allo Stato e che hanno nella loro precarietà la caratteristica principale.

5) Ingiusto: perché, illegittimamente e impropriamente, il Comune potrebbe far concorrere, nell’elargizione di diritti, sia chi non vuole assumere pubblicamente alcun dovere e impegno sia chi, invece, sceglie di fondare la propria unione sul matrimonio assumendo così quei doveri e obblighi previsti dalla legge. 

6) Pericoloso: il registro delle coppie di fatto, tra l’altro, accentua la tendenza, sempre più aggressiva, che rende ogni ora più liquidi, inconsistenti, relativi e privi di un autentico senso di responsabilità i rapporti sociali e interpersonali, così minando profondamente la coesione sociale del nostro popolo.

Molti sono i cittadini di Serravalle Pistoiese che hanno a cuore la famiglia fondata sul matrimonio, così come riconosciuta dall’art. 29 della nostra Costituzione, e con loro ci batteremo perché questa non sia snaturata da mezzi ideologici, pretestuosi ed inopportuni, come il registro delle coppie di fatto, che il consigliere Daghini vorrebbe istituire.

Federico Gorbi
Capogruppo Serravalle Futura

venerdì 17 maggio 2013

DISOCCUPATI DI SERIE A E DISOCCUPATI DI SERIE B?

E' cosa comune, soprattutto in questi momenti di crisi, che chi cerca lavoro si offra proponendo alle aziende il proprio curriculum vitae. E' cosa altrettanto comune che questi curriculum siano inviati via fax o mail invece che essere portati a mano.

Secondo me è assai meno comune che il fax usato per inviare i curricula sia quello di un Ente pubblico.


Da qualche amico ho appreso, per esempio, che un disoccupato di nazionalità albanese (per motivi di privacy ho eliminato tutti i riferimenti che potessero ricondurre alla sua identità) ha inviato il proprio curriculum vitae a diverse aziende di Casalguidi, Cantagrillo e Quarrata, utilizzando il fax del Comune di Serravalle Pistoiese, come si vede dalle immagini.

Per questo motivo ho presentato un'interrogazione al Sindaco di Serravalle Pistoiese della quale riporto il testo integrale:

Al Sindaco del Comune di Serravalle Pistoiese

Oggetto: interrogazione



In merito alla volontà di razionalizzazione delle spese correnti che non può

che riguardare ogni amministrazione a qualunque livello istituzionale si ponga,
sono a chiedere conto del fax allegato alla presente.


Il documento è stato ricevuto da diverse aziende, sia del nostro territorio
comunale che di comuni limitrofi, e riporta l'offerta di lavoro e il curriculum
vitae di una persona che si presume essere in questo momento disoccupata.

Le chiedo di sapere se questo è un servizio effettuato dal nostro Comune,
quali siano i costi relativi a tale servizio, quali siano i modi di accesso a
tale servizio e, infine, se ritiene che tale servizio sia ampiamente conosciuto
da tutte le persone in cerca di lavoro.

In attesa di una Sua risposta, La saluto cordialmente.





Il Sindaco ha risposto non negando il fatto (e come avrebbe potuto?) ma riportandolo nei confini dei compiti assegnati al Centro per l'Impiego che è presente nelle sedi del Comune di Serravalle Pistoiese a seguito della convenzione stipulata con la Provincia di Pistoia.

Il Sindaco sottolinea anche il fatto che per ridurre le spese si è deciso di rivedere le funzioni di questo sportello riportandolo ad un ruolo di sola informazione, mediante bacheca.
Da ora in poi, coloro che cercano lavoro dovranno rivolgersi agli sportelli dei Centri per l'impego di Quarrata, Pistoia e Monsummano.

Quindi i disoccupati non potranno più inviare il proprio curriculum dai fax del Comune.

Bene così. 
Però, a questo punto, mi sorge un dubbio. 

Tutti i disoccupati, fino ad oggi, sapevano di poter utilizzare i fax del Comune per cercare lavoro o questa possibilità era riservata solo a pochi?
Il fax in questione riguarda un cittadino albanese. Senza che possa essere accusato di razzismo, un'idea che mi è assolutamente estranea da sempre, il servizio fax era a disposizione di tutti, anche di quegli italiani che con le loro tasse pagano le bollette telefoniche del Comune?

Federico Gorbi

venerdì 10 maggio 2013

UN BILANCIO FATTO SOLO DI TASSE

La storia si ripete. Come a suo tempo  fece la giunta Mochi subito dopo le elezioni,  portando l'addizionale IRPEF dallo 0,2 % allo 0,4%, così oggi la Giunta Mungai aumenta  la stessa dallo 0,4%   allo 0,7%  per cercare di recuperare 400 mila euro che servono per far quadrare il bilancio del 2013.
Naturalmente la maggioranza non trova di meglio che chiedere ancora sacrifici alle famiglie che, vista la situazione economica generale, sono ormai in grande difficoltà.

Noi invece siamo dell'idea che debba essere completamente ripensato e razionalizzato il livello di copertura dei costi dei servizi offerti dal Comune ai cittadini garantendo la massima equità.
Il gruppo Serravalle Futura ha condotto una battaglia per cercare di ridurre il costo della macchina amministrativa, per eliminare gli sprechi, per ridurre le spese e per razionalizzare  al meglio la gestione delle finanze, come, ad esempio, proponendo varie soluzioni per la gestione del parco automezzi, soprattutto per i pulmini scolastici che sono in pessime condizioni ma che hanno altissimi costi di manutenzione (500 euro al mese solo di riparazioni per ogni scuolabus).
Con questo si è reso evidente che è stata mal programmata la loro eventuale sostituzione e, per questo motivo, abbiamo anche suggerito di valutare una esternalizzazione del servizio bus scolastici,  come fanno già tanti Comuni,  senza ridurre né la qualità né la sicurezza dei bambini, anzi garantendola ancora di più.


Nella lunga lista di sprechi abbiamo segnalato più volte come i costi degli appalti lievitino molto, troppo, rispetto a quanto stabilito in fase di programmazione. Abbiamo criticato i costi della telefonia e di altre spese superflue, come affitti per edifici non utilizzati o sotto-utilizzati, davvero troppo alti: un’attenta riduzione di questi costi insieme al taglio del 20% delle indennità di tutti gli amministratori (molte giunte di sinistra della provincia l'hanno fatta) avrebbe portato a un risparmio generale di circa 250 mila euro e questo avrebbe consentito di ritoccare l’aliquota irpef solamente dello 0,1%.

Siamo fermamente convinti che  questi aumenti di tariffe  e tasse comunali (ricordiamo che era già stata aumentata anche l’Imu) siano scandalosi anche in relazione al fatto che  il Comune non offre servizi di qualità ai cittadini, non esistono giardini curati e parchi pubblici degni di questo nome, nonostante il nostro territorio sia  in piena campagna, non si realizzano spazi destinati ai nostri amici a quattro zampe, non nascono aree  polivalenti per giovani e anziani.
Tutto questo in un Comune, vogliamo ricordarlo ai cittadini come abbiamo già fatto in Consiglio Comunale, dove il 50% degli 800 mila che PistoiaAmbiente versa al Comune per la discarica del Cassero, vanno ad alimentare la spesa corrente.

Cosa faremo quando questa discarica non ci sarà più? Chiuderemo il Comune dichiarando fallimento? Aumenteremo ancora le tasse?  Aumenteremo in maniera vertiginosa le rette scolastiche?
La maggioranza di sinistra continua a non progettare una razionalizzazione delle spese, anzi le ha aumentate rispetto allo scorso anno senza offrire servizi in più.
Serravalle Futura non è responsabile degli aumenti di addizionale IRPEF, dell'IMU e degli sprechi messi in atto dalla maggioranza, ma al contrario ha cercato di fare di tutto per trovare soluzione alternative e per migliorare la programmazione del Comune ma c’è chi purtroppo continua ad andare per la propria strada, quella sbagliata

Gruppo Serravalle Futura

lunedì 6 maggio 2013

ADDIO GIULIO ANDREOTTI

Anche a nome di tutti gli amici dell'Udc di Pistoia desidero esprimere il cordoglio del nostro partito per la scomparsa del Sen. Giulio Andreotti.

Per noi è stato un punto fermo al quale guardare con ammirazione per la lucida analisi politica e per le grandi doti di mediazione mostrate nei momenti più difficili della storia del nostro Paese.

Nel ricordarlo come Padre Costituente della nostra Repubblica, come uomo di Stato e come una delle guide più autorevoli della Democrazia Cristiana, vogliamo citare anche il coraggio e il rispetto delle Istituzioni che lo contraddistinsero quando, messo sotto accusa
davanti alla Legge, non si sottrasse al giudizio nè mise mai in discussione il ruolo e i doveri della magistratura.

Ci auguriamo che il suo ricordo e soprattutto il suo esempio restino vivi negli italiani, soprattutto in coloro che si dedicano all'attività politica nelle Istituzioni.

Federico Gorbi
Segretario Provinciale
Udc Pistoia

lunedì 29 aprile 2013

TASSE, TASSE, TASSE...E NESSUN TAGLIO!

Il Consiglio comunale di Serravalle si appresta ad approvare il bilancio 2013 proposto dalla maggioranza di sinistra che sostiene il Sindaco Patrizio Mungai.

Come già avvenuto con l'Imu, anche questa volta si preannuncia un nuovo esborso per i cittadini: la Giunta ha infatti deciso di aumentare l'aliquota comunale Irpef dallo 0,4% allo 0,7%.
Un bel salasso se si pensa che solo cinque anni fa l'addizionale comunale era al minimo dello 0,2% e ora invece raggiunge quasi il massimo consentito dalla normativa.

Le motivazioni, a dar retta alle spiegazioni dell'assessore Daniele Fedi, sono da ricercare nei minori trasferimenti da parte dello Stato e nella impossibilità di effettuare alcun tipo di taglio alle spese correnti del Comune.
Se concordiamo sulla prima motivazione, avremmo molto da dire sulla seconda: come spiegare, tanto per fare un esempio,  il fatto che a Serravalle Pistoiese si spendono oltre 500 euro al mese di riparazioni meccaniche per ognuno dei cinque scuolabus in dotazione all'Ente?  

Comunque ci saremmo aspettati che, a fronte di un sacrificio richiesto ai cittadini, il Sindaco e la Giunta accogliessero almeno l'invito che da oltre un anno rivolgiamo loro e cioè quello di tagliarsi le indennità di un misero 20%, come è stato fatto da molti Sindaci e assessori della nostra provincia e come fatto, a più alti livelli, anche dalla Presidenza della Camera dei Deputati.

In fondo al Sindaco Mungai non costerebbe molto rinunciare ad una piccola fetta dei 2.788 euro lordi che riceve come indennità. Non sistemerebbe i conti del Comune ma almeno darebbe un segnale di buona volontà ai cittadini dimostrando di essere sulla stessa barca che occupiamo tutti noi, barca che per essere mantenuta a galla ha bisogno di tanti soldi.

Quando abbiamo fatto questa proposta il Sindaco e l'intera maggioranza hanno votato contro. In quell'occasione, dato l'esito della votazione, ho anche detto che avrei devoluto in beneficenza tutti i gettoni di presenza ricevuti come consigliere comunale.

Oggi, a distanza di quasi un anno, è il momento di rendere conto di questo annuncio, non per vanto, ma semplicemente per dimostrare che manteniamo fede a quanto diciamo e per dare nuovo stimolo alla Giunta affinchè riduca l'ammontare delle indennità.

La politica deve essere passione e non interesse.

Nel 2012 ho ricevuto 116,15 euro lordi di gettoni di presenza a consigli e commissioni (come risulta dal Cud nell'immagine).

Nello stesso anno ho donato 240 euro all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (vedi certificazione nell'immagine), l'organismo del quale era portavoce l'attuale Presidente della Camera dei Deputati, l'on. Laura Boldrini, eletta nelle file di Sinistra Ecologia e Libertà.

Io ho mantenuto la promessa. Mungai e la sua Giunta che faranno?


Federico Gorbi
Capogruppo Serravalle Futura
 


mercoledì 10 aprile 2013

DOVE SBAGLIA CASINI

Un paio di giorni fa è uscita un'intervista a Casini sul "Corriere della Sera" (Con Monti ho fatto una scelta sbagliata ).

Ho letto e riletto più volte quello che il leader dell'Udc, dopo 40 giorni di silenzio, ha provato a comunicare agli elettori e il messaggio che viene fuori, devo essere sincero, non mi convince.

Dice Casini: "il bipolarismo che io ho sempre combattuto, secondo me con buone ragioni, è stato messo in crisi non dall'irruzione dal centro, ma dall'esplosione di Grillo".

L'analisi è sbagliata perchè il bipolarismo, bello o brutto che sia, è tutt'altro che morto. Il risultato ottenuto da Grillo impedisce ad altri di governare, è vero, ma proprio per la scelta del Movimento 5 Stelle di mettersi al di fuori del sistema non si crea un tri-partitismo. Rimane il bipolarsimo Pd-Pdl con un terzo soggetto che però si chiama fuori da qualunque scelta e dice no a tutto e tutti. 
L'incontro tra Bersani e Berlusconi per trovare l'intesa per l'elezione del Presidente della Repubblica dimostra che gli attori principali della scena politica sono proprio loro due.

Dopo aver parlato di legge elettorale, di democrazia, di Monti e dei tecnici, Casini conclude: "Ora comincia una nuova stagione. È evidente che la prossima volta dovremo schierarci. Faremo una scelta coerente con l'idea che abbiamo della democrazia, dell'Europa, delle riforme sociali. Misureremo le alleanze sul grado di affinità che avremo nel processo costituente".

Dopo aver detto per cinque anni che il bipolarsimo era sbagliato, proprio ora che questo sistema è finito (secondo lui ma, come ho detto sopra, non per me) Casini si arrende e decide di schierarsi, non si sa se con Pd o con Pdl, ma comunque decide di appoggiare uno dei due poli.

Fatico a capire la logica: se il bipolarismo non c'è più, come sostiene, perchè dovrei schierarmi?


domenica 24 marzo 2013

LA FORZA DEI GESTI


Abbiamo vissuto una pagina di storia nel vedere due Papi, uno accanto all'altro.
Francesco e Benedetto XVI si sono incontrati, si sono abbracciati, hanno pregato insieme.
Non è la prima volta, anche se è molto raro, che nella storia succede di vedere due Papi.
Ma la novità vera sta nel fatto che, mentre nel passato si facevano guerra o comunque vivevano in assoluta separatezza, i due Papi di oggi, quello regnante e quello emerito, si sono inginocchiati insieme davanti all'immagine della Madonna per pregare.

Oltre alla eccezionalità dell'evento c'è anche da registrare la straordinarietà del gesto che Papa Francesco fa quando rinuncia all'inginocchiatoio di onore per pregare gomito a gomito con il suo predecessore.

A lui sarebbe toccato, secondo il cerimoniale, l'inginocchiatoio più vicino all'altare ma quando vede Benedetto XVI dirigersi verso il proprio posto non esita un istante a raggiungerlo.

Un gesto che vale più di qualunque discorso.

giovedì 14 marzo 2013

IL SEGNO E LA GIOIA


Francesco. Ha un volto e un nome il nostro Papa. 

Jorge Mario Bergoglio, piemontese d’Argentina, pastore dolce e for­te nel continente più cattolico sulla faccia della Terra, nella realtà toccata nel profondo e da secoli dal Vangelo di Cristo e più ricca di contraddizioni e di spe­ranza. Papa Francesco. Venuto a Roma, «mi hanno preso» ha sus­surrato con il suo dolce accento – e in spagnolo preso significa an­che «portato in vincoli», carcera­to, proprio come Pietro – «dalla fine del mondo».

Papa France­sco. Primo del suo nome, il no­me del santo più amato. Primo non europeo. Primo tratto dalla famiglia religiosa dei gesuiti.

Primo a chiedere al suo popolo di pregare Dio per lui, prima di benedire da Vescovo e Padre il suo popolo. Primo a pregare e far pregare come atto inaugurale del pontificato per il suo predeces­sore che lo stava ascoltando: il «vescovo emerito di Roma» – co­me lo ha chiamato – Benedetto XVI.

Papa Francesco. Chiamato a Ro­ma, alla guida della Chiesa ma­dre e maestra, e a «presiedere nella carità» la Chiesa universa­le. Papa Francesco.

E quel nome l’abbiamo già sulle labbra e nel cuore. Con gioia, comprendendo il segno. Con la stessa felice consapevolezza con la quale tanti noi riuniti in piazza San Pietro, ieri sera, alle 19.06, mentre la fumata bianca riempiva il cielo sopra la Cappella Sistina, hanno anticipato nell’antica lingua di Roma e della Chiesa cattolica l’annuncio atteso: «Habemus Papam!».

L’attesa del Papa è stata breve, così come il distacco è stato lungo in questa rivoluzionaria e, infine, dolcissima successione sul soglio di Pietro. La scossa impressa alla Chiesa e al mondo (a questo nostro mondo che poco e nulla sembra ormai sapere del senso del limite) dalla scelta di Benedetto XVI ci ha ricordato con forza inaspettata che tutto è nelle mani del Signore e che chi lo ama di amore fedele è capace di tutto. Anche di una suprema e umile rinuncia. E della suprema e umile accettazione. In continuità semplice, comprensibile davvero a tutti, bellissima, rincuorante.

Questo tempo straordinario, con straordinarie voci di uomini di Dio e con le loro straordinarie scelte impreviste e imprevedibili per gli 'esperti', ci ha ricordato, e dimostrato che le categorie dominanti una certa modernità stentano davvero a narrare e a contenere un evento come quello cristiano, sempre sorprendente e in grado di rovesciare schemi e presunzioni. Anche questa rapidissima elezione del «servo dei servi di Dio», del nuovo romano Pontefice, è stata veramente altro – e si è posta infinitamente più in alto – rispetto ai fatti delle cronache consuete e alle consuete cronache che le erano state dedicate e che debolezze e miserie di alcuni 'servi infedeli' avevano alimentato. Lo scandalo della Chiesa è questo, è questa la sua scandalosa verità che rompe muri e apre speranze, della quale dobbiamo essere degni. Anche nello sguardo. Stretti, con fiducia e amore di figli, a Papa Francesco. ​

Marco Tarquinio - Avvenire, 14/03/2013

sabato 9 marzo 2013

CONTI SBAGLIATI

Che Grillo non abbia dimestichezza con la matematica o, per lo meno, che non conosca in modo approfondito le cose di cui parla è ormai noto ai più. 
Qualcuno gli crede in buona fede, altri sanno bene che sbaglia ma, accecati dall'ideologia del "tutti a casa" preferiscono tacere sui suoi errori, altri ancora, i più, non hanno la voglia di andare ad approfondire, a capire, a verificare gli argomenti che affronta.
Attenzione, è proprio questa incapacità e questa mancanza di volontà dell'italiano medio che ha portato tanti politici ad approfittare della "distrazione" generale per curare i propri interessi, per sprecare i soldi pubblici, per arricchirsi alle spalle del popolo italiano. Ma ai mali della distrazione non si rimedia con altra distrazione.

Prendo, come esempio, lo slogan di Grillo sulla scuola pubblica: “alle scuole private è stato assegnato un miliardo e mezzo di euro. Lo Stato deve finanziare la scuola pubblica, non quella privata".

Intanto Grillo andrebbe corretto perchè  lo Stato finanzia le scuole private per circa 500 milioni di euro, e non un miliardo e mezzo. Già qui si dimostra che o Grillo non conosce le cifre, grave per chi si propone di governare un Paese, o le falsa volutamente, ancora peggio.

Se poi facessero due conti, lui e l'italiano medio, scoprirebbero che uno studente di una scuola privata costa alla collettività circa 500 euro all'anno mentre uno studente della scuola pubblica costa agli italiani circa 6.000 euro all'anno. 

Non si tratta di uno scontro ideologico quindi ma di semplice capacità di gestire la spesa pubblica: se, come vorrebbe Grillo, da domani le scuole private divenissero statali, le casse pubbliche si impoverirebbero improvvisamente di 5 miliardi e mezzo di euro all'anno. Molto più di quanto lo Stato incassa con l'IMU.

A meno che Grillo intendesse dire che chi oggi frequenta una scuola privata da domani, con il potere in mano ai cinquestellati, debba smettere di studiare.  

lunedì 4 marzo 2013

GRILLO, MA LA DEMOCRAZIA?


Il dibattito che Grillo ha sollevato sull’art. 67 della Costituzione, che riconosce la libertà dell’eletto senza vincoli di mandato, dimostra quanto abbiano ragione coloro che vedono nel movimento dei 5 Stelle un fenomeno lontano dalla democrazia.

L’eletto per Grillo è come un “lavoratore dipendente”, cioè  prende ordini dal partito al quale appartiene, pena le dimissioni o la “scomunica” del partito stesso.
I deputati e i senatori sono stati infatti più volte definiti come “licenziabili” se colpevoli di aver tradito il patto con gli elettori. 

Il discorso di Grillo viene da tanti condiviso, soprattutto da chi, almeno in un primo momento e superficialmente, non riflette sulla portata del ragionamento e sulle sue conseguenze.

Intanto diciamo che quanto contenuto nell’art. 67 della Costituzione non è una norma esclusiva italiana, ma è comune alla quasi totalità delle democrazie rappresentative. Deriva dal principio del libero mandato (ovvero del divieto di mandato imperativo), formulato da Edmund Burke già prima della Rivoluzione Francese ed ha una sua ragion d'essere asolutamente condivisibile.

La norma recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Il primo capoverso  contiene il concetto di rappresentanza. Il parlamentare rappresenta la Nazione, l’intera Nazione, non una categoria particolare o una parte geografica, ma tutta la Nazione, intesa come il popolo nel suo insieme. Non posso essere il parlamentare solo di una parte d’Italia (del nord, del sud…) né posso essere il parlamentare di una sola categoria (degli insegnanti, degli anziani, delle donne…).

Proprio perchè l'interesse generale è predominante, chi viene eletto in Parlamento non deve risponde delle sue azioni a nessuno, neanche al proprio partito. Prima viene il "bene comune", poi quello del proprio partito o delle categoria professionale alla quale si appartiene o dell'associazione alla quale siamo iscritti...

L’esatto opposto di quel che chiedono i 5 Stelle, che invece vorrebbero sottoporre l’eletto non al giudizio degli elettori bensì al giudizio degli iscritti al movimento. Quindi, per loro, il movimento 5 Stelle viene prima dell'interesse dell'Italia e degli italiani.

I 5 Stelle dimenticano di essere democratici e vogliono eliminare gli eletti con decisioni interne al partito e così facendo derubano l’elettore dell’unico controllo che ha sull’eletto, ovvero il voto. 

Se l’eletto traditore (ma poi chi stabilisce se ha tradito? Grillo? Casaleggio?), non accetta di dimettersi, viene cacciato dal movimento, metodo che riporta alla memoria le purghe di Stalin.

I  problemi della nostra democrazia non si risolvono trasformando i deputati e i senatori in “cani al guinzaglio”.
Il divieto di mandato imperativo è principio essenziale per far sì che le Camere perseguano l’interesse generale della Nazione e non interessi privati. 

In questo senso, aggiungo, anche la legge elettorale “Calderoli” detta, non a caso, anche “porcellum”, con la formula delle liste bloccate e l’abolizione della preferenza, ha di fatto costituito un’elusione della norma del divieto di mandato imperativo. Tramite la minaccia delle non rielezione, le segreterie di partito, se contaminate dagli intenti lontani dall’interesse generale, controllano i parlamentari.

La lettere di dimissioni in bianco dei grillini e le parole di Grillo su questo argomento rafforzano ulteriormente il controllo del movimento nei confronti degli eletti, vanno cioè nella direzione sbagliata. 

Tutto il contrario dunque di quello che vorrebbero apparire: non solo non sono affatto una novità nel panorama politico italiano nè sono più democratici degli altri partiti ma, addirittura, aggravano i difetti del nostro sistema.


sabato 2 marzo 2013

LE VIRTU' DEL BUON POLITICO

Anticipando il probabile duello finale dei prossimi mesi, Grillo ha attaccato Renzi dandogli della «faccia come il c.» (in comproprietà con Bersani) e del «politico di professione». Per lui e per una parte dei suoi elettori le due definizioni sono sinonimi. Tralascio ogni giudizio sull’uso del turpiloquio, uno dei tanti lasciti di questo ventennio che ancora prima delle tasche ci ha immiserito i cuori, portandoci a considerare normale e persino simpatico che un leader politico si esprima come un energumeno. Ma vorrei sommessamente segnalare che essere professionisti della politica non è una vergogna né una colpa. E’ colpevole, e vergognoso, essere dei professionisti della politica ladri e incapaci.  
 
In questi ultimi decenni ne abbiamo avuti un’infinità e la stampa porta il merito ma anche la responsabilità di averli resi popolari, preferendo esibire i fenomeni acchiappa audience piuttosto che il lavoro serio ma noioso di tanti membri delle commissioni parlamentari.  
Dando agli elettori la percezione che tutti i politici fossero uguali a Fiorito o a Scilipoti e che chiunque potesse fare meglio di loro. Non è così. Il «chiunquismo» è una malattia anche peggiore del qualunquismo e porta le società all’autodistruzione. Questa idea che tutti possono fare politica, scrivere articoli di giornale, gestire un’azienda o allenare una squadra di calcio è una battuta da bar che purtroppo è uscita dai bar per invaderci la vita e devastarcela.  
 
A furia di vedere buffoni e mediocri nelle foto di gruppo della classe dirigente, ma soprattutto di vedere ovunque umiliata la meritocrazia a vantaggio della raccomandazione, siamo sprofondati in un’abulia che ci ha indotti ad accettare senza battere ciglio ogni sopruso e ogni abuso antidemocratico (a cominciare dai partiti padronali e da una oscura rockstar del capitalismo come presidente del Consiglio). E ora che ci siamo svegliati, per reazione vorremmo buttare tutto all’aria, convinti che per fare politica bastino un ideale e una fedina penale intonsa. Non è vero. Gli ideali e l’onestà sono la base per distinguere i buoni leader dai cialtroni che ci hanno ridotto in questo stato. Ma la politica è anche un mestiere con regole precise: l’attitudine all’ascolto, la conoscenza della materia trattata e delle procedure legislative, la capacità di giungere a una sintesi che in democrazia è quasi sempre un compromesso tra diversi egoismi, come ben sa chiunque abbia frequentato un’assemblea di condominio. Era così ai tempi di Pericle e delle lavagnette di creta. Lo rimarrà nell’era di Grillo e del web, con buona pace di chi pensa che la democrazia diretta possa abolire il filtro della rappresentanza. I rimpianti Cavour e De Gasperi non erano dilettanti o improvvisatori. Erano politici di professione, come lo è oggi un Obama. 
 
Il fatto che queste ovvietà suonino eretiche testimonia l’abisso di confusione in cui ci dibattiamo. La politica, se fatta bene, è una cosa dannatamente difficile e seria, specie in giorni come quelli che ci attendono, quando si tratterà di rimettere in piedi un Paese economicamente e moralmente allo stremo. Da cittadino di una democrazia malata sarei più sereno se a occuparsi dell’infermo fossero persone selezionate da un meccanismo che garantisse scelte autorevoli. E qui già vedo un ghigno profilarsi sul volto di Grillo: i partiti sono morti, incapaci di formare una classe dirigente. Ma allora bisogna immaginarne di nuovi, diversamente strutturati. Di certo il futuro non può essere affidato a miliardari e magistrati fai-da-te. Può anche darsi che la soluzione siano movimenti di persone perbene agglomerati dal web come i Cinque Stelle, ma dovranno risolvere l’intima contraddizione fra la trasparenza della base e l’oscurità della catena di comando. A cosa serve accendere una webcam in Parlamento se poi l’ufficio della Casaleggio & Associati, in cui si scrivono le regole e si decide la strategia, rimane ostinatamente al buio?

Massimo Gramellini
 - La Stampa 02/03/2013