Leggo e rileggo gli entusiasti commenti e le analisi
seguite alle elezioni primarie per la scelta del leader dell’alleanza di
sinistra tra Pd, Sel e Psi ma non trovo nessuno che riporti un dato altamente
significativo che, prima di ogni possibile analisi su chi ha vinto e su chi ha
perso, dovrebbe colpire l’attenzione di tutti.
Alle primarie di domenica scorsa hanno partecipato 3.107.658 elettori.
Spinti da un battage pubblicitario di enormi
dimensioni, attratti dalla continua attenzione dei media, sollecitati dalla
novità Renzi, questi tre milioni di cittadini si sono sentiti “chiamati” a dare
il proprio contributo in termini di idee e di obolo. Di questi quasi un milione
hanno in tasca la tessera del Pd o di Sel mentre due milioni circa sono coloro
che, pur non essendo particolarmente “politicizzati”, comunque hanno sentito il
richiamo di questa allenza a sinistra.
Le precedenti primarie del 2005 videro però la
partecipazione di 4.311.000 persone che scelsero, in quell’occasione,
Romano Prodi che ottenne 3.182.000 voti. Quindi non solo oltre un
milione di cittadini, nonostante l’intensa campagna elettorale, questa
volta ha deciso di non partecipare alle elezioni primarie ma addirittura Romano
Prodi da solo è riuscito a far meglio in termini di consenso di Bersani, Renzi
e compagnia bella messi tutti insieme. In quella occasione, è bene ricordarlo,
parteciparono anche Fausto Bertinotti, Clemente Mastella e Antonio Di Pietro
che ottennero rispettivamente il 14,7%, il 4,6% e il 3,3%.
Al di là del valore delle persone, su cui ognuno è
legittimato a pensarla come vuole, possiamo serenamente riconoscere che nessuno
di quei contendenti poteva davvero giocarsela contro Prodi e, si sa, quando il
risultato è scontato è più difficile muovere le masse. Questa volta invece il
risultato non era affatto scontato e questo avrebbe dovuto provocare una
partecipazione ancora più massiccia. Per questo ritengo che le primarie con i
suoi tre milioni e passa di partecipanti (ammesso che i dati siano veri perché
non so chi possa davvero verificare) siano stati un enorme fallimento.
Ho totale rispetto per i diversi metodi di
selezione della classe dirigente di cui ogni partito desidera dotarsi.
Resta curioso che il Pd, Sel e Psi insistano
sulla strada delle primarie per la scelta del candidato premier quando il
sistema elettorale tuttora in vigore in Italia prevede, come ha sempre
previsto, che la scelta del Presidente del Consiglio spetti al Parlamento su
indicazione del Presidente della Repubblica e non direttamente ai cittadini,
che piaccia o no.
Ma il fatto più curioso è che tutti, renziani,
vendoliani e ortodossi Pd, si sono esaltati per quella che hanno chiamato una
“grande festa democratica” quando invece ancora una volta e sempre più i
cittadini stanno prendendo le distanze dalla partecipazione alla vita
democratica, come hanno anche dimostrato le recenti elezioni regionali
siciliane.
Purtroppo se la politica, di ogni schieramento, non
comincia a dare risposte serie e concrete invece di continuare ad accapigliarsi
intorno a tour in camper, slogan e campagne elettorali molto urlate e poco
ragionate, presto vedremo il definitivo tramonto di una classe dirigente che
nella sua interezza ha dato molto poco al nostro Paese.