martedì 10 novembre 2015

BERLUSCONI E SALVINI NELLA "COSA NERA". PER PERDERE LE ELEZIONI

Dal raduno della Lega di Bologna proviamo a trarre qualche conclusione politica (al di là dei deprecabili scontri di piazza innescati dai centri sociali e da altri gruppi che volevano impedire a Salvini di manifestare liberamente nella città felsinea).
Domenica in Piazza Maggiore è stato rinsaldato l'asse di Centrodestra, il cui leader non è più Silvio Berlusconi bensì Matteo Salvini. L'ex Cavaliere dunque ha un inedito ruolo di spalla, per la prima volta nella sua lunga storia politica. Evidentemente, dopo il tira e molla sull'opportunità di partecipare alla manifestazione del Carroccio (ma si può ancora adoperare questa metafora dopo la svolta lepenista?), Berlusconi - di scuro vestito, come un "Cavaliere nero" -  ha ritenuito che fosse meglio partecipare, andando un po' all'azzardo. Il suo modello resta quello della giunta regionale ligure, ma almeno per ora deve far buon viso a cattivo gioco e accettare la leadership del segretario leghista.
L'asse della nuova alleanza è diversa da quella dei precedenti governi Berlusconi, che era più spostato verso il centro (nonostante la Lega già allora dettasse l'agenda politica, soprattutto in tema di
immigrazione e respingimenti). In questo caso Berlusconi ha accettato di allearsi con forze più a destra di Fini, come Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e addirittura con i circoli post-fascisti di casa Pound. Non a caso il principale avversario "interno" è divenuto Alfano. 

Il ministro degli Interni e il segretario della Lega si sono scambiati insulti e offese senza esclusione di colpi. Salvini ha definito Alfano "un cretino" e il ministro lo ha definito un "quaquaraqua" ricorrendo alla classificazione antropologica dello scrittore Sciascia del Giorno della civetta

Dietro questo scambio di affettuosità ci sono ben precise logiche politiche. La nuova "Cosa nera" di Salvini-Berlusconi-Meloni aspira a distinguersi dalla linea del Nuovo Centrodestra, che raccoglie i moderati della diaspora berlusconiana e sui temi dell'immigrazione ha idee diametralmente opposte.
"Vinceremo con il 40 per cento", annuncia Berlusconi. 
In realtà il rischio è che molti moderati rimasti finora fedeli al Cavaliere prendano la via del centro. 
Messo in soffita il vecchio apparato secessionista o federalista, per la Lega non dovrebbero esserci più problemi nello sposare la linea nazionale o addirittura nazionalista dei "cari vecchi alleati". 
Per Renzi invece dovrebbe essere una pacchia: la nuova "Cosa nera" gli permetterà di attirare nuovi voti al centro. Il suo problema, semmai, è spiegare cos'è rimasto di sinistra nel suo partito. 

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