martedì 27 aprile 2010

CHI HA VINTO LE ELEZIONI?



Nelle ore e nei giorni successivi le tornate elettorali si ascoltano decine di commenti e di analisi post-voto che, leggendo e, non di rado, piegando la realtà numerica, spiegano chi ha vinto e chi ha perso le elezioni. Talvolta è in realtà il tempo che meglio aiuta a capire chi realmente abbia vinto, poiché i voti, oltre ad essere contati, vanno anche pesati e, soprattutto, vanno saputi utilizzare da chi li ha ricevuti. In Italia, da alcuni anni, la politica del ragionamento, del confronto e, quando serve, anche dello scontro ha lasciato il posto alla politica degli ultras, quei tifosi che sostengono sempre e comunque la propria squadra e gioiscono quando vince anche se ha giocato male ed è stata aiutata dall'arbitro.
E' diventato fondamentale vincere le elezioni, come è normale in un sistema democratico, ma ci si è dimenticati che chi vince le elezioni poi deve anche governare, e questa amnesia non è normale in un sistema democratico.
A un mese esatto dalle regionali, per le quali è stato detto che Berlusconi e la Lega hanno trionfato, ci troviamo davanti allo strappo di Fini che, per la prima volta in quindici anni, contesta sul piano politico la leadreship del Cavaliere e mina la stabilità dell'alleanza Pdl-Lega e la sopravvivenza del Governo stesso.
Il fatto è grave e lo è ancora di più se si pensa che a portare l'attacco al Presidente del Consiglio è il Presidente della Camera, la terza carica dello Stato, fatto mai avvenuto nella nostra storia repubblicana e quasi per nulla sottolineato dai commentatori politici.

I tre anni di pace elettorale che avrebbero permesso alla maggioranza di governare e di varare le riforme, come annunciato da Berlusconi il giorno dopo le regionali, potrebbero ridursi quindi in realtà a pochi mesi.
Si tratta di vedere solo chi, per primo, si assumerà la responsabilità della rottura: se Fini, uscendo dalla maggioranza, o Berlusconi, che piuttosto che farsi cuocere a fuoco lento preferirà tornare al voto, o, addirittura, la Lega che vorrà mettere in luce la crisi del Pdl sperando di lucrare ancora più voti.

Basterà aspettare ma, in ogni caso, possiamo dire che un'epoca è finita. Il bipolarismo che qualcuno aveva sognato di trasformare addirittura in bipartitismo (Veltroni e Berlusconi) non ha mai dato i suoi frutti ed ha sostanzialmente fallito tutti gli obiettivi poiché da anni chi vince le elezioni poi non ha la forza per governare, anche con maggioranze numericamente schiaccianti sia alla Camera che al Senato.

La Seconda Repubblica è morta.
Pochi la rimpiangeranno.