mercoledì 21 ottobre 2015

MATRIMONI GAY: GLI ITALIANI DICONO NO

È la rivincita della famiglia tradizionale.

Il termometro di una società evoluta e secolarizzata, pronta a non vivere la religione in modo confessionale, ma altrettanto decisa a difendere alcuni valori storici del suo impianto. 

Il sondaggio IPR Marketing per Il Mattino ci consegna la mappa di un Paese dove, ancora una volta, sembra consumarsi il divorzio tra la politica e la società reale. 
E non su temi economici, come le tasse o la burocrazia, né su questioni legate alla nuova emergenza dell’immigrazione, ma sui connotati di fondo che riguardano gli stili di vita e innanzitutto i paradigmi di riferimento quando si parla di coppie etero e omosessuali, unite da un vincolo religioso o solo da un legame di civile convivenza.

Alt ai matrimoni gay. 
Il primo dato che sorprende è il giudizio nettamente contrario ai matrimoni omosessuali, con il 55 per cento degli italiani schierati sul fronte del no, contro il 38 per cento di favorevoli e il 7 per cento senza opinione.

Maggioranza che diventa il 67 per cento nel caso dei cattolici praticanti e un rotondo 42 per cento per i non cattolici. 
Il giudizio che si ricava è la scollatura tra il Paese reale e l'Italia rappresentata dai media: a leggere i giornali ed a guardare i programmi televisivi, sembrerebbe infatti che la stragrande maggioranza dei cittadini ormai non faccia più differenza tra il matrimonio eterosessuale e quello tra gay, così come avvenuto in altri Paesi.

Invece è vero esattamente il contrario, con una forte affermazione, direi perfino identitaria, della famiglia nella sua struttura tradizionale.

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