martedì 26 gennaio 2016

IL PICCOLO PRINCIPE E LA CIRINNA'

Il Piccolo Principe è un capolavoro amato da molti, direi quasi tutti. Non è difficile trovare persone che sul proprio profilo social pubblicano frasi tratte dal capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry.

Tutti sappiamo che il Piccolo Principe è un libro per bambini che si rivolge agli adulti: nel suo viaggio tra i pianeti il protagonista incontra strani personaggi che hanno perso l'innocenza.
Purtroppo infatti, crescendo, i bambini perdono la capacità di vivere naturalmente in armonia con lo spirito. Diventano «adulti» la cui sola preoccupazione è il tornaconto personale. 
Intrappolati nel materialismo, resi volgari dall’esistenza, vittime della loro vanità, della cupidigia o della pigrizia mentale. 
Gli «adulti» giudicano le persone da come sono vestite (come fa l’astronomo turco), considerano la bellezza di una cosa unicamente con il criterio del prezzo e credono di conoscere un giovane amico in base al denaro che guadagna suo padre.

Eppure il bambino che eravamo una volta non è morto: sonnecchia in ognuno di noi è e pronto a risvegliarsi grazie ad un incontro come quello del pilota (anche lui «un po’ invecchiato») con il Piccolo Principe. 

Basterebbe tornare a vedere le cose come le vede un bambino per
godere della bellezza, per fare ricerca in se stessi, per prendersi cura dell'amore, per coltivare l'amicizia e per non perdere mai la speranza.

Allora, se il Piccolo Principe è un modello di insegnamento, se davvero tutti dobbiamo un po' spogliarci delle gabbie che ci siamo costruiti intorno, se dobbiamo tornare ad avere lo sguardo limpido per vedere chiaramente le cose come le vede un bambino innocente, perchè non proviamo a immaginare come vedrebbe un bambino tutto quello che è contenuto nelle proposte di Monica Cirinnà?
 

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