sabato 6 marzo 2010

IL DECRETO "SALVA-LISTE"

Ho sentito il dovere di intervenire nella vicenda del decreto "salva-liste" scrivendo direttamente al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Certamente è criticabile l'urgenza con la quale si è affrontata la questione, urgenza che forse sarebbe stato bene dedicare ad altre questioni ben più importanti per gli italiani, come la perdita dei posti di lavoro o la crisi economica che mette in difficoltà tante famiglie.
Inoltre è sin troppo semplice sospettare che il Governo difficilmente sarebbe intervenuto se le liste escluse fossero state quelle di altri partiti, cosa che è avvenuta più volte in passato senza che nessun Consiglio dei Ministri si fosse sentito chiamato ad interpretare le norme esistenti.

La cosa più grave però è il fatto che gli italiani d'ora in poi dovranno pensare che le regole vengono fatte rispettare solo ai "deboli", mentre i "forti" possono liberamente interpretare le leggi e aggirare le norme.
Ed è totalmente fuorviante l'argomentazione secondo la quale senza le liste del Pdl si lede il "diritto di voto" dei cittadini poiché era proprio responsabilità dei rappresentanti del Pdl adoperarsi per raccogliere le firme, secondo le regole, dando così ai cittadini una maggiore possibilità di scelta.
Chi ha sbagliato, per altro, non ha nemmeno chiesto scusa nè è stato rimosso dall'incarico, segno ancora più evidente dell'arroganza di chi rivendica solo diritti ma nessun dovere.
Quando dovevo sostenere gli esami universitari cercavo sempre di essere puntuale, anche perché sapevo che se fossi arrivato in ritardo sarei stato giustamente escluso dalla prova.
Non è mai successo, ma se questo fosse accaduto avrei potuto protestare sostenendo che mi veniva negato il "diritto allo studio"? Io non credo.

Per questi motivi ho rivolto una rispettosa ma ferma protesta nei confronti del Capo dello Stato per aver firmato il decreto che il Governo ha voluto emanare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente e mi complimento per l'iniziativa

Giorgio

Anonimo ha detto...

Il decreto "interpretativo" è una novità assoluta: questo dimostra che è servito a cambiare le regole quando il gioco era già iniziato. Insomma Berlusconi conferma ancora una volta l'arroganza che lo ha contraddistinto fino ad oggi.
Chi governa pensa solo a se stesso.
Anche Napolitano poi...è inutile che dica senza Pdl non ci sarebbe stata alternativa nel voto...e gli altri partiti che ci stanno a fare?
Luca (deluso)