Per il terzo anno consecutivo è stato impedito al Parroco di Casalguidi
di benedire le aule delle locali scuole.
Il motivo sarebbe il rispetto verso chi ha un altro credo religioso.
Il motivo sarebbe il rispetto verso chi ha un altro credo religioso.
Giusto rispettare la sensibilità di
ciascuno, ma chi rispetta quella di noi cristiani?
Oppure la presenza di qualche alunno di religione diversa è solo un comodo paravento di qualche laicista?
Se la scelta fosse dovuta alla ormai crescente presenza multietnica e multireligiosa delle nostre scuole, ritengo che tutti abbiano gli stessi diritti: come per musulmani viene studiato un menù rispettoso delle regole imposte dal Corano, altrettanto chiedo che vi sia la medesima attenzione verso i riti cristiani.
Il rispetto che doverosamente dobbiamo alle minoranze non significa imporre la dittatura delle minoranze stesse.
Se invece la volontà scaturita dal Consiglio di Istituto si ispira alla laicità, vorrei sommessamente ricordare che la laicità, come ricorda la Corte costituzionale, è un valore in positivo
che non richiede di forzare la vita pubblica in una grigia neutralità.
Laicità vuol dire creare uno spazio in cui tutte le fedi, e anche tutti
coloro che non ne hanno una, abbiano eguali diritti e uguale rispetto.
Le esagerazioni laiciste sono nemiche della laicità che è basata sul massimo rispetto dei diversi sentimenti religiosi.
Pertanto, caro Consiglio di Istituto di Casalguidi, con rispetto, mi permetto di dirti "ripensaci": difendere una cerimonia religiosa del nostro Paese vuol dire difendere
la matrice culturale cristiana e, quindi, la nostra identità nazionale.
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