Federico Gorbi: ecco la mia verità. Stasera la vicenda in Consiglio comunale
SERRAVALLE – Chi pensava che il primo giorno di
primavera invitasse a mettere fiori... nei cannoni, si è sbagliato di
grosso. Stasera infatti, al Consiglio comunale di Serravalle (che si
svolge a Casalguidi) non tira affatto aria di bucolici scambi floreali.
Al primo punto all'odine del giorno
infatti è iscritta la vicendna della divisione (con cambio al vertice)
dentro “Serravalle Futura”: formalmente si tratta della ratifica della
“vittoria” di Manigrasso su Gorbi. Sostanzialmente è l'annuncio di una
esplosione che da tempo covava sotto le ceneri e che non è ancora
spenta.
E Gorbi non ci sta. Proprio nella giornata di oggi, per far capire
l'aria che tira, ha diffuso a Casalguidi un volantino dal titolo
lapidario: “La verità”, che ha firmato come “consigliere comunale”, ma
che non annucia né accettazione né rassegnazione.
E tantomeno Gorbi ci sta a vedere capogruppo di una lista che porta il suo nome Gianni Manigrasso.
Nel volantino il “consigliere Gorbi” racconta la sua verità su quanto
è avvenuto, snocciolando 10 punti. Cerchiamo di riassumerne la
sostanza.
punto uno: il 7 febbraio tutto è cominciato con “una
riunione con invito rivolto solo ad alcune persone, vicine alla lista,
tra le quali un'assoluta minoranza di quanti furono candidati”: è
l'occasione in cui è stato proposto il cambio del capolista, con il via
libera di una parte dei presenti.
punto due: cinque giorni dopo Gorbi dice di aver chiesto una nuova riunione, “negata categoricamente” da Manigrasso e Bolognini.
punto tre: l'incontro proibito sarebbe stato
decisivo per mettere sul piatto anche l'altra fraccia della medaglia; ad
esempio - dice Gorbi - “perché ritengo un diritto democratico spiegare
che sono contrario alle sparate giornalistiche dove di apostrofa un
assessore come 'incapace', solo perché si pensa in modo diverso rispetto
a lui.
punto quattro: “di fronte a questo atteggiamento a
dir poco antidemocratico ho preso atto dell'allontanemanto di Manigrasso
e Bolognini dai principi di un confronto sereno”, considerandoli fuori
dallo spirito da cui era nato “Serravalle Futura”.
punto cinque: il cambiamento al vertice del Gruppo è
quindi una “estromissione”, resa possibile “da un regolamento comunale
deficitario”. Proprio per questo “i due” avrebbero potuto decidere di
uscire loro dal Gruppo e formarne un altro. Ma non lo hanno fatto
“perché il loro scopo è quello di privarmi degli strumenti democratici e
azzerare la mia presenza”.
punto sei: “se questo è lo scopo, sbagliano di
grosso, perché intendo proseguire il mio lavoro di consigliere di
minoranza che lavora per un sereno confronto per il bene di tutti i
cittadini”.
punto sette: le continue denunce e “le critiche gratuite non avvalorate da fatti concreti non portano da nessuna parte”.
punto otto: per amministrare un comune serve invece un confronto, anche duro ma fatto di concretezza e senso di responsabilità.
punto nove: “sono profondamente dispisciuto di
quello che è accaduto – sono ancora parole di Gorbi - perché
rappresenta, per me, il segno del fallimento di un progetto politico nel
quale avevo creduto”. Anche quando “qualcuno” non aveva ancora chiaro
se andare da una parte o dall'altra.
punto dieci: “resto doverosamente in Consiglio
comunale, anche senza un gruppo consiliare, a svolgere un compito che mi
è stato assegnato dagli elettori”. Dopo le ultime stoccate alle accuse
“di essere stato morbido”, alle quali contrappone “battaglie condotte da
me nel più assoluto silenzio di quei consiglieri che oggi mi accusano”,
Gorbi chiude il suo atto di accusa ricordando che chiederà “che
Manigrasso e Bolognini cessino di usare il mio nome nel simbolo, visto
che non intendo vederlo abbinato alla loro azione politica”.
Dopo questo ripudio, il volantino si chiude con un invito ai
cittadini ad essere presenti al Consiglio comunale di stasera. E c'è da
esser sicuri che in palazzo comunale l'atmosfera sarà molto “calda”.
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