venerdì 21 marzo 2014

REPORT RACCONTA LA VERITA'

Federico Gorbi: ecco la mia verità. Stasera la vicenda in Consiglio comunale



SERRAVALLE – Chi pensava che il primo giorno di primavera invitasse a mettere fiori... nei cannoni, si è sbagliato di grosso. Stasera infatti, al Consiglio comunale di Serravalle (che si svolge a Casalguidi) non tira affatto aria di bucolici scambi floreali. 
Al primo punto all'odine del giorno infatti è iscritta la vicendna della divisione (con cambio al vertice) dentro “Serravalle Futura”: formalmente si tratta della ratifica della “vittoria” di Manigrasso su Gorbi. Sostanzialmente è l'annuncio di una esplosione che da tempo covava sotto le ceneri e che non è ancora spenta.
E Gorbi non ci sta. Proprio nella giornata di oggi, per far capire l'aria che tira, ha diffuso a Casalguidi un volantino dal titolo lapidario: “La verità”, che ha firmato come “consigliere comunale”, ma che non annucia né accettazione né rassegnazione.
E tantomeno Gorbi ci sta a vedere capogruppo di una lista che porta il suo nome Gianni Manigrasso.
Nel volantino il “consigliere Gorbi” racconta la sua verità su quanto è avvenuto, snocciolando 10 punti. Cerchiamo di riassumerne la sostanza.
punto uno: il 7 febbraio tutto è cominciato con “una riunione con invito rivolto solo ad alcune persone, vicine alla lista, tra le quali un'assoluta minoranza di quanti furono candidati”: è l'occasione in cui è stato proposto il cambio del capolista, con il via libera di una parte dei presenti.
punto due: cinque giorni dopo Gorbi dice di aver chiesto una nuova riunione, “negata categoricamente” da Manigrasso e Bolognini.
punto tre: l'incontro proibito sarebbe stato decisivo per mettere sul piatto anche l'altra fraccia della medaglia; ad esempio - dice Gorbi - “perché ritengo un diritto democratico spiegare che sono contrario alle sparate giornalistiche dove di apostrofa un assessore come 'incapace', solo perché si pensa in modo diverso rispetto a lui.
punto quattro: “di fronte a questo atteggiamento a dir poco antidemocratico ho preso atto dell'allontanemanto di Manigrasso e Bolognini dai principi di un confronto sereno”, considerandoli fuori dallo spirito da cui era nato “Serravalle Futura”.
punto cinque: il cambiamento al vertice del Gruppo è quindi una “estromissione”, resa possibile “da un regolamento comunale deficitario”. Proprio per questo “i due” avrebbero potuto decidere di uscire loro dal Gruppo e formarne un altro. Ma non lo hanno fatto “perché il loro scopo è quello di privarmi degli strumenti democratici e azzerare la mia presenza”.
punto sei: “se questo è lo scopo, sbagliano di grosso, perché intendo proseguire il mio lavoro di consigliere di minoranza che lavora per un sereno confronto per il bene di tutti i cittadini”.
punto sette: le continue denunce e “le critiche gratuite non avvalorate da fatti concreti non portano da nessuna parte”.
punto otto: per amministrare un comune serve invece un confronto, anche duro ma fatto di concretezza e senso di responsabilità.
punto nove: “sono profondamente dispisciuto di quello che è accaduto – sono ancora parole di Gorbi - perché rappresenta, per me, il segno del fallimento di un progetto politico nel quale avevo creduto”. Anche quando “qualcuno” non aveva ancora chiaro se andare da una parte o dall'altra.
punto dieci: “resto doverosamente in Consiglio comunale, anche senza un gruppo consiliare, a svolgere un compito che mi è stato assegnato dagli elettori”. Dopo le ultime stoccate alle accuse “di essere stato morbido”, alle quali contrappone “battaglie condotte da me nel più assoluto silenzio di quei consiglieri che oggi mi accusano”, Gorbi chiude il suo atto di accusa ricordando che chiederà “che Manigrasso e Bolognini cessino di usare il mio nome nel simbolo, visto che non intendo vederlo abbinato alla loro azione politica”.
Dopo questo ripudio, il volantino si chiude con un invito ai cittadini ad essere presenti al Consiglio comunale di stasera. E c'è da esser sicuri che in palazzo comunale l'atmosfera sarà molto “calda”.

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