sabato 22 marzo 2014

COSI IL GIORNALE ON-LINE REPORT PISTOIA HA RACCONTATO LA SCISSIONE DI SERRAVALLE FUTURA

Federico Gorbi e Gianni Manigrasso (nelle foto sotto: l'intervento del sindaco Mungai e la gente in sala a seguire il dibattito) Federico Gorbi e Gianni Manigrasso (nelle foto sotto: l'intervento del sindaco Mungai e la gente in sala a seguire il dibattito)
 
CASALGUIDI - L'assalto a “Serravalle Futura” è finito ieri sera in Consiglio comunale a Casalguidi, dove si è giocato l'ultimo atto di una vicenda che non è stata certo un esempio di alta scuola politica.
Ora Manigrasso e Bolognini sono i nuovi nocchieri di una barca che esce però dallo scontro finale non solo più leggera, ma anche con le ossa rotte.
Il finale era scontato, ma ci si aspettava qualche elemento di chiarezza in più, che è stato invece atteso invano.
Si è cominciato con con il sindaco che ha dato il via, lasciando la palla ai protagonisti. Ma mentre su un campo si è giocato a carte scoperte, sull'altro le bocche sono rimaste cucite. E questo ha pesato ancor di più in una serata in cui tanta gente era venuta per seguire il dibattito e magari capire meglio la sua singolare conclusione.
Manigrasso è intervenuto una prima volta, per chiarire - in 10 secondi - “che il Gruppo Serravalle Futura è composto da tre consiglieri”. Tutto qui? Tutto qui. E' stato subito chiaro che la schermaglia sarebbe stata solo procedurale.
A rimettere in gioco un minimo di discussione è stato il capogruppo - forzatamente - uscente, Federico Gorbi, che ha parlato della volontà di “estromettermi di ogni decisione” e della “pervicace volontà di farmi fuori”.
“Mi sento però forte – ha detto Gorbi – del sostegno della maggioranza assoluta di chi era nella mia lista e resterò con determinazione in questo consiglio: a fare il consigliere – ha aggiunto – perché non sono e non voglio essere né un poliziotto né un magistrato che indaga su ogni atto dell'amministrazione”. La palla era lanciata ai suoi “ex compagni di cordata”, che lo avevano accusato di essere troppo tenero nei confronti della Giunta Mungai. Ma la sfida non è stata raccolta: ha prevalso il silenzio, che ha pesato sull'aula del consiglio.
Quando Gorbi ha tuonato che doveva cessare di essere usato il suo nome (che ”non voglio abbinato alla loro azione politica”), invece la risposta è stata immediata. E ancora una volta lapidaria: Manigrasso ha infatti ripreso la parola, solo per dire che il Gruppo “Serravalle Futura” si priverà del nome di Gorbi, “per non ledere la sua immagine”.
C'è stato fra i due contendenti un momento di tensione e uno scambio di battute, ma niente più. Il dado era tratto. La parola è passata ai capogruppo del Pdl (già in aria di “Fratelli d'Italia”) Elena Bardelli e del Pd Massimiliano Montini.
A chiudere le danze Ermano Bolognini, che citando commi e articoli di legge, ha chiesto una ridistribuzione degli incarichi nelle commissioni. Di motivazioni, confronti politici, riflessioni e approfondimenti della vicenda neanche l'ombra. La gente è apparsa imbarazzata e perfino incredula.
Eppure una divisione così “traumatica” avrebbe avuto bisogno di un accenno di chiarimento.
Morale: il Gruppo “Serravalle Futura” non ha più l'uomo che ne è stato leader e promotore e consegna il vertice a Gianni Manigrasso.
Il sindaco Patrizio Mungai ha preso atto della nuova situazione, ma non ha escluso che si debba metter mano ad una revisione del Regolamento comunale: “occorre recuperare il rispetto necessario” – ha detto Mungai, sottolineando l'anomalia di quello che è successo ad una persona che ha messo la sua faccia, il suo impegno e il suoi progetti come candidato a Sindaco.

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