Scrive Massimilino Montini, capogruppo del Pd di Serravalle Pistoiese:
Massimiliano Montini |
"Mi ero ripromesso di non intervenire sull’argomento Unioni Civili,
ma dopo aver letto quanto scritto dalla minoranza ritengo opportuno
rispondere. Anzitutto osservo come un argomento, definito inutile,
scaldi così tanto gli animi dell’opposizione. Forse non è poi così
inutile.
Faccio notare che nessuno di noi ha mai messo in dubbio l’istituto
del matrimonio. Il nostro intento è quello di sollevare la questione per
cercare di dare una risposta ad una situazione che già esiste nella
realtà italiana, e non solo. Non vedo proprio come l’allargamento della
base dei diritti possa essere un male in questa società. La minoranza
parla di norma, di normale e di eccezionale: trovo alquanto singolare
come tali parole possano essere usate con superficialità parlando di
persone. Sembra quasi che chi decida di convivere al difuori del
matrimonio non sia normale.
Mi chiedo quante persone “non normali” siano residenti nel nostro
Comune. E mi chiedo quante persone “eccezionali” vivano in questo mondo,
dato che l’Italia è uno dei pochi paesi occidentali a non avere alcuna
fonte normativa che regoli le unioni civili.
Evidentemente, secondo la minoranza, viviamo circondati da eccezioni.
Noi non vediamo alcuna eccezione ma semplicemente persone che decidono di vivere assieme adottando forme diverse dal matrimonio.
Non riteniamo giusto che le persone vengano discriminate a causa di
una loro scelta personale che contrasta con certi dogmi di
comportamento.
Il gruppo di maggioranza Centrosinistra per Serravalle è unito e non c’è stata alcuna spaccatura.
Al nostro interno c’è chi ha sentito l’esigenza di non votare assieme
al resto del gruppo su una questione che investe la sensibilità
personale. Ritengo che ciò sia legittimo e non vedo alcun problema.
La nostra forza, la nostra vera forza, è il dibattito e il confronto
continuo e ancor più è il palesare apertamente le differenze di
pensiero, senza per questo avere il timore di essere considerati
diversi.
Molto peggio, invece, è uscire dall’aula del Consiglio facendo finta
di niente quando si mette in votazione un argomento su cui non si è
d’accordo con gli altri membri del gruppo di minoranza. Esporsi in prima
persona è sempre un rischio ma noi lo accettiamo volentieri".
Montini, secondo la buona scuola vetero-sinistrorsa, travisa il discorso, fingendo di non capire e piegando i concetti "pro domo sua".
Nessuno ha parlato di normalità contrapposta alla a-normalità. Piuttosto abbiamo parlato di persone che si sottopongono a norme, e per questo normate e normali, e di altre persone che invece rifiutano legittimamente il contratto matrimoniale, rifiutando le norme, i diritti e i doveri che lo regolano.
Andando ad istituire il registro delle coppie di fatto si va ad applicare una norma a persone che invece vogliono rifiutare qualunque tipo di vincolo, ledendo quindi la loro libera scelta.
Si contraddice quindi proprio quel principio di libertà che Montini vorrebbe difendere.
La verità è che la maggioranza di Serravalle Pistoiese, per rincorrere gli alleati di Rifondazione Comunista e di Sel, si sta spostando sempre più a sinistra su inutili battaglie ideologiche che servono a nascondere la mancanza di idee programmatiche concrete e a far distrarre i cittadini dagli aumenti di Imu e Irpef che ci hanno regalato.
Certo dispiace vedere che il Pd di Serravalle si arrocca ad un passato politico ormai superato da molti altri componenti dello stesso partito a tutti i livelli.
Federico Gorbi
3 commenti:
Ecco, ora si che tu mi garbi! Rimettiamo le cose a posto!!!
Quando Bauman descrive la liquidità denuncia uno stato di cose che ha messo in discussione qualsiasi forma di solidità. Tutto è reversibile, tutto è modificabile, nulla è determinato. Si sta insieme finché se ne ha voglia, senza vincoli, senza impegni se non nel presente, senza legami se non quelli emotivi che per sua natura non sono stabili. E poi.... lasciamoci così, senza rancore. Che male c'è?
Il male c'è invece perché in questa cultura liquida si perde di vista il fondamento di una comunità che è fatta di relazioni ma anche di impegni, di doveri oltre che di diritti. Di solidarietà praticata e affidabile, di riferimenti certi e non voluttuari.
Se non si ritiene un valore tutto ciò, liberi... nessun interesse nessuna voglia, nessuna pruderie d'entrare sotto le lenzuola di chicchessia o di sindacare sulla moralità di determinate scelte.
La questione è un'altra. Si parla di solidarietà, si denuncia il suo affievolirsi e si stigmatizza la labilità, per non dire l'indifferenza, verso il vicino, il prossimo, il concittadino. Se non ci assumiamo responsabilità verso se stessi e verso gli altri, se non condividiamo sentimenti (non emotività)e strumenti, istituzioni dove la solidarietà è un assumersi un vicendevole e gratuito impegno verso il noi e le generazioni future, se non riconosciamo alla famiglia, istituzione naturale e vincolante il suo ruolo centrale nella società, come potremo pensare le nostre città? Ora più che mai c'è necessità di punti di riferimento "solidi" e definiti, e modelli significativi e forti. Stiamo passando un periodo pesante che alcuni percepiscono e pochi definiscono, altri preferiscono ignorare pensando alla sua transitorietà, ma che attanaglia e attanaglierà pesantemente giovani e meno giovani. Passata l'euforia individualista, smaltiti i fumi della liquidità, cosa potrà esserci se non un approdo solidale e solido quale la famiglia? E infine, una sfida culturale:un modello di società senza impegni, e senza l'impegno ad impegnarsi, quale futuro prospetta? O meglio, abbiamo un futuro?
Renata Fabbri
Ma perchè Mungai & compagnia bella si lasciano trascinare da Daghini e Spinelli su queste battaglie inutili?
Sara
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