Sul
possibile coinvolgimento di Serravalle Pistoiese in una futuribile
unione di comuni sono intervenuti prima il consigliere Daghini di
Rifondazione Comunista, per dire no, elencando una serie di
preoccupazioni, e poi il consigliere Bolognini che, tra la lunga
serie di considerazioni che fa, ci sembra abbia dato un parere
favorevole alla proposta.
Vorremmo
riportare tuttavia il dibattito, senza dubbio interessante, nel
giusto alveo.
Il tema è
stato sollevato da noi nel corso dell'ultimo consiglio comunale,
quando il consigliere Bolognini era assente, in occasione del voto
sull'estensione per la gestione in forma associata del servizio di
segreteria.
Il
Segretario ed il vice-Segretario comunale, fino ad oggi, venivano
gestiti da Serravalle in modo associato con il comune di Ponte
Buggianese.
Tale
collaborazione si è ora estesa anche al comune di Pieve a Nievole.
Grazie alla
disponibilità del Segretario generale, dott. Fernando Francione, e
del vice-segretario, dott. Paolo Ricci, il comune di Serravalle potrà
risparmiare circa ventimila euro all'anno pur non rinunciando alla
qualità del servizio.
In quella
occasione, abbiamo appoggiato convintamente la proposta, ampliando
però il dibattito per rilanciare una riflessione sulla condivisione
con altri comuni dei servizi ai cittadini, in modo da realizzare
sensibili risparmi magari migliorando il livello di quanto viene
offerto.
Nel gran
parlare di questi giorni per diversi enti della nostra realtà
provinciale, si rischia di far confusione tra unione e fusione.
L'unione di
più enti comunali non comporta la scomparsa delle singole realtà ma
fa sì che i singoli comuni affidino all'unione alcuni compiti, in
modo da realizzare insieme cose migliori e con economie di scala.
Diversa è
la fusione che comporta il superamento di due o più realtà
territoriali ed amministrative che cessano di esistere per essere
completamente inglobate in un nuovo ente.
Nessuno, in
consiglio comunale, ha parlato di fusione. Piuttosto, sia da parte
del nostro gruppo che da parte della maggioranza, è stato fatto un
ragionamento per cercare di individuare quei servizi che, come nel
caso degli acquisti, della riscossione di imposte e tributi, del
pagamento degli stipendi, potrebbero essere gestiti in associazione
con altri enti, per poi arrivare nel tempo ad una unione di comuni.
I problemi
che individua Daghini, relativi alla particolarità del territorio di
Serravalle, diviso in due zone ben distanti e distinte tra loro, sono
superabili in tal senso poiché nessuno vuole veder la fine di
Serravalle come comune ma, almeno il nostro gruppo, auspica un
livello migliore di servizi con costi più contenuti.
E' proprio
la conformazione territoriale che provoca una lievitazione di costi
nel nostro ente, se si pensa solo al fatto che esistono due palazzi
comunali, uno a Serravalle e uno a Casalguidi.
Allora,
perchè non immaginare nuovi modi per risparmiare su altre voci e per
dare servizi di più alto livello ai cittadini?
Non abbiamo
la soluzione in tasca, ma ci piacerebbe che le forze politiche serie
si confrontassero apertamente su questo tema, senza buttarla sempre
in burla come fa Bolognini, cosa che può essere simpatica se dura
poco.
I cittadini
ci hanno eletto per dare risposte e, per questo, chiediamo a tutti i
gruppi presenti in consiglio un sereno confronto su questo tema.
Federico
Gorbi - Patrizio Rafanelli
Serravalle
Popolari e Riformisti
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