domenica 13 marzo 2011

17 MARZO

Mi piace l'idea che in occasione del 150 anniversario dell'Unità d'Italia dalle finestre delle nostre case possa sventolare quel tricolore che, normalmente, siamo abituati ad esporre solo in occasione dei mondiali di calcio.
Mi piace anche sentire molti esponenti politici, nazionali e locali, che invitano gli italiani a mostrarsi giustamente orgogliosi della nostra storia unitaria e degli eroici protagonisti del Risorgimento.

Salvo la rara eccezione di chi, più per spirito polemico che per effettiva convinzione, si richiama ad una non ben identificata nazione padana, mai esistita nella storia e nella società, tutti sono concordi nel riaffermare l'amor di Patria che dovrebbe essere sempre ben presente in noi.

Anche il segretario del Pd pistoiese, Marco Niccolai, ha deciso di esporre la bandiera tricolore fuori da tutte le sedi del partito per riaffermare la coesione del nostro Paese.

Come sono lontani i tempi in cui i suoi predecessori, che guidavano i compagni verso il sol dell'avvenire, inneggiavano alla bandiera della Repubblica Socialista Sovietica, denigrando la nostra bandiera e definendo immancabilmente fascista chi preferiva rimanere sotto le insegne tricolori. Certo, gli anni settanta sono lontani, e Niccolai nemmeno li ha vissuti, ma se oggi qualcuno si permette di mettere in dubbio l'Unità nazionale è anche perchè prima c'è chi ha immaginato di coprire la nostra bandiera nazionale, e l'Italia, con il vessillo rosso.

Ben venga dunque questo rinnovato spirito patriottico che deve comunque tradursi in un autentico amore per l'Italia e per gli italiani, che equivale a sostenere e difendere il bene comune prima degli interessi dell'una o dell'altra parte.


9 commenti:

Uncas ha detto...

la mia bandiera

Se fossi Ungherese avrebbe un buco in mezzo.
Se fossi Israeliano sarebbe bruciacchiata.
Se fossi Giapponese sarebbe intrisa d'acqua e sale del Pacifico.
Se fossi Russo sarebbe di stoffa nuova.
Ma la mia bandiera, il mio tricolore, ha solo una macchia al centro,
Che sporca un poco il bianco della neve.
Perché il 18 novembre 2003 il cielo piangeva con l'Italia.
E il fiocco nero che avevo legato sulla mia bandiera, perse un po' del suo colore.
Per ricordarmi sempre quel giorno.
Anche quando l'avrei sventolata per festeggiare Fabio Grosso.
Anche quando l'avrei sventolata in faccia ai turisti francesi.
Anche quando la esporrò di nuovo.
La mia bandiera sventolerà ancora il 17 marzo.
E non perché il mio sindaco - finalmente - pensa che lo dovrei fare.
E non perché - ora - chi scriveva "10, 100, 1000 Nassirya" la "difende" scendendo in piazza.
Ma perché è identica a quella che sventolava in piazza d'armi quando vi conducevo il plotone.
E' identica a quella su cui prestarono giuramento D'Acquisto, Calabresi, Falcone e Borsellino.
E' identica a quella che i nostri difesero a El Alamein, a Cefalonia e a Kindu.
La mia bandiera sventolerà il 17 marzo perchè è l'unica cosa di cui posso ancora dire "nostra" guardando in faccia uno sconosciuto per strada.
Alla faccia di chi vorrebbe dividere ed imperare tutti e su tutto.

Anonimo ha detto...

Io amo l’Italia perchè mia madre è italiana, perchè il sangue che mi scorre nelle vene è italiano, perchè è italiana la terra dove son sepolti i morti che mia madre piange e che mio padre venera, perchè la città dove son nato, la lingua che parlo, i libri che mi educano, perchè mio fratello, mia sorella, i miei compagni, e il grande popolo in mezzo a cui vivo, e la bella natura che mi circonda, e tutto ciò che vedo, che amo, che studio, che ammiro, è italiano.

Oh, tu non puoi ancora sentirlo intero quest’affetto! Lo sentirai quando sarai un uomo, quando ritornando da un viaggio lungo, dopo una lunga assenza, e affacciandoti una mattina al parapetto del bastimento, vedrai all’orizzonte le grandi montagne azzurre del tuo paese; lo sentiraiallora nell’onda impetuosa di tenerezza che t’empirà gli occhi di lagrime e ti strapperà un gridodal cuore.

Lo sentirai in qualche grande città lontana, nell’impulso dell’anima che ti spingerà tra la folla sconosciuta verso un operaio sconosciuto, dal quale avrai inteso, passandogli accanto, una parola della tua lingua.

Lo sentirai nello sdegno doloroso e superbo che ti getterà il sangue alla fronte, quando udrai ingiuriare il tuo paese dalla bocca di uno straniero.

Dal Libro Cuore di Edmondo De Amicis

Anonimo ha detto...

è vero, oggi sono tutti patriotici ma parlare della Patria appena alcuni anni fa significava essere minimo di destra se non proprio fascisti. e poi come non ricordare che c'era chi, mentre il tricolore avvolgeva le bare dei nostri soldati, gridava 10, 100, 1000 Nassirya? quelli son sempre li e non sono cambiati

Sergio

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno.
Sandro

Anonimo ha detto...

E’ per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più.

Palmiro Togliatti

Anonimo ha detto...

avevo già letto il tuo intervento sul giornale di stamani. condivido in pieno quello che dici: il neo-patriottismo della sinistra è falso e strumentale. serve solo a dar torto alla lega. guarda caso i vari sel, rifondazione e comunisti vari sono molto silenziosi. il pd invece parla per polemica strumentale e basta.
Sonia

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo. Finalmente qualcuno dice la verita


Enzo

Anonimo ha detto...

Mi viene da ridere a pensare agli eredi del Pci che fanno i patriottici di maniera. Non hanno più nulla a cui richiamarsi, nè un'idea nè un valore e quindi si attaccano alle mode, a qualunque cosa sia contro Berlusconi, a quello che almeno aiuta a dire qualcosa nel silenzio tombale di proproste. Viva l'Italia.

Sarah

Anonimo ha detto...

ANALISI INECCEPIBILE. COMPLIMENTI.
C.R.