sabato 22 maggio 2010

VERSO IL PARTITO DELLA NAZIONE

"Il partito della Nazione, il partito della Repubblica, il partito del popolo italiano nascerà per interpretare il sentimento e il senso di unione nazionale: camminiamo assieme in un ritrovato patto generazionale. La nave va, cerchiamo di remare tutti nella stessa direzione perché le acque sono agitate". Così il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, chiude il suo intervento al seminario 'Verso il partito della nazione' a Todi dove ha chiesto al partito di non avere nostalgia del passato, tantomeno dello scudocrociato, che li condannerebbe comunque a una posizione residuale.
Casini ha rivendicato la scelta degli ultimi anni "del doppio forno" perché "ha salvato l'autonomia del partito". "Se avessimo fatto un accordo nazionale con il Pd o con il Pdl, oggi saremmo politicamente inesistenti. E chi non lo capisce - ha detto rivolgendosi polemicamente al partito - faccia un corso accelerato. Abbiamo preso, andando da soli, gli stessi voti di quando eravamo alleati di Berlusconi". Tuttavia, oggi, ha proseguito Casini, "noi dell'Udc con la sola denuncia al massimo ci salviamo la coscienza. Invece dobbiamo passare dalla denuncia alla soluzione. Dobbiamo cambiare musica e spartito".

L'ex presidente della Camera ha ammesso che non c'è "niente di prefabbricato, di deciso, di discusso" a proposito del partito della Nazione. Ma ha indicato i punti indispensabili a suo parere: "Non può cambiare niente se viene tutto affidato a manovre verticistiche". E ancora: "Non possiamo avere nostalgia dello scudo crociato perché io so che mi devo misurare con ragazzi che hanno 40 anni oggi, che non hanno mai visto lo scudo salvo quello presentato da noi. Sappiamo che la nostalgia ci porta a fare come quei nobili di campagna che avevano ereditato qualcosa e ogni anno vendevano un podere, ma se facciamo così andiamo avanti in un modo che è residuale. Noi abbiamo fatto un miracolo, io non lo sottovaluto e non sono sicuro che faremo meglio cambiando meccanismo e ragione sociale. Questo è tutto da dimostrare, non c'è garanzia che aumenteremo i voti, ma io so con esattezza che la nostalgia porta alla residualità invece noi dobbiamo interloquire con la base ampia". "Io sono un conservatore, ogni volta che cambio casa ho un trauma ma - ha sottolineato Casini - dobbiamo cambiare per contare, per esistere e sulla nostalgia non si costruisce più una prospettiva, dobbiamo cambiare per essere protagonisti. La nostra metafora di questi anni è stata quella della Dc ma sono già passati 20 anni. Quella metafora è scappata via, in termini sociali rischia di non esistere più".

Quindi l'ex presidente della Camera, rammaricato del fatto che l'Udc è riuscita a presentare solo in pochissime università le proprie liste alle ultime elezioni negli atenei, ha insistito molto sul ruolo del giovani nel nuovo partito tanto da arrivare ad auspicare che il congresso dei giovani del partito della nazione si svolga prima di quello fondativo: "Non credo al ricambio generazionale ma avrei un sogno, che noi potessimo trovare un rapporto assiduo con i giovani", che per Casini non sono né i trentenni né i quarantenni né quelli che frequentano le segreterie dei parlamentari bensì coloro che fanno politica militante nelle università. "I giovani nell'Udc non esistono più, li dobbiamo trovare, nessuno si consideri offeso ma dobbiamo mettere dei paletti anagrafici".
Infine Casini ha messo l'accento sulla necessità di alzare "il tasso etico" del partito perché "quello che è concesso ad altri non è concesso a noi. Dobbiamo essere rigorosi". E a chi è interessato al percorso del partito della Nazione assicura: "Non ci sarà un partito che ha il monopolio delle adesioni al partito della nazione".

(ApCom)